MIMPRENDO: giovani menti creative cercasi
Mimprendo Italia è il progetto di innovazione promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria e dai Collegi Universitari di Merito, alla sua seconda edizione nel 2015.
81 progetti aziendali, 800 candidature spontanee di universitari provenienti da 28 atenei italiani; dopo un rigoroso e impegnativo percorso di valutazione 135 candidati selezionati hanno formato 29 team aziendali che si sono contesi il premio nazionale. Tutti i partecipanti hanno poi ricevuto un Open Badge fornito da Bestr da inserire nei propri curricula digitali.
Un’opportunità per le imprese: per entrare in contatto con energie giovani e idee brillanti, e per migliorare il proprio business. Un’opportunità per i ragazzi, che inseriscono nel proprio curriculum Mimprendo come esperienza professionalizzante - da oggi valorizzata anche dagli Open Badge.
Ne parliamo con i Direttori operativi del progetto, Mirco Paoletto (Collegio Universitario Don Nicola Mazza) e Cristina Felicioni (Confindustria Padova)
Come funziona il progetto Mimprendo Italia?
Possono partecipare aziende, appartenenti a qualsiasi settore industriale, associate alle associazioni territoriali del sistema Confindustria e non; e studenti di tutte le università italiane o estere con un’età massima di 30 anni, iscritti almeno al III° anno di laurea triennale.
Le aziende che vogliano proporre un progetto innovativo effettuano una registrazione online e caricano un abstract.
Tutti i progetti proposti devono esprimere un alto potenziale innovativo interno o di settore e presentare caratteristiche di multidisciplinarietà.
Ogni studente/laureato che intenda partecipare deve inviare la propria candidatura online, scegliendo un progetto tra quelli proposti dalle aziende. L’azienda procede poi alla selezione del team più idoneo al proprio progetto.
Successivamente, per un periodo di circa 5/6 mesi, i team lavorano autonomamente al progetto, incontrando, di tanto in tanto, un referente aziendale per un team meeting, per verificare lo stato di avanzamento del progetto. Lo staff organizzativo di Mimprendo Italia supporta i team di lavoro tramite un costante monitoraggio dei singoli progetti e con interventi di tutorship finalizzati ad ottimizzare il lavoro svolto con metodologie di innovation management. Ogni team può avvalersi di 6 ore di consulenza specialistica sul progetto da parte di consulenti esterni al team e all’azienda individuati a partire da criticità o esigenze di progetto.
Una volta ultimata questa fase, la soluzione progettuale complessiva prodotta dal team viene valutata da una commissione tecnica indipendente espressa dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria e dalla Conferenza dei Collegi di Merito. Viene stilata, infine, una graduatoria dei team partecipanti al Demo Day, durante il quale vengono esposti i risultati del progetto alla commissione e si concorre per i premi previsti da Mimprendo Italia.
Di edizione in edizione crescono i numeri delle aziende, degli studenti e degli atenei partecipanti. Quale è l’elemento che ne determina il successo?
Crediamo che l’iniziativa Mimprendo si collochi come una “piattaforma” d’incontro in cui le aziende e gli imprenditori incrociano le nuove idee, la creatività e le progettualità innovative delle nuove generazioni.
Mimprendo si pone in un’ottica di facilitatore delle relazioni tra “vecchie” e nuove generazioni. Le aziende, da un lato, colgono l’occasione per valorizzare la propria esperienza di mercati e prodotti, gli universitari apportano capitale intellettuale e creatività con un impatto minimo sull’organizzazione aziendale. Da sottolineare l’opportunità per gli universitari di sperimentare la collaborazione diretta con un imprenditore attraverso un processo di contaminazione formativa che rappresenta un ottimo moltiplicatore di auto-imprenditorialità.
Ci sono elementi comuni o driver generali che descrivono questa “fame di innovazione” da parte delle imprese?
Questa “fame di innovazione” è sicuramente dettata dalla volontà di ogni impresa di rispondere in maniera efficace e qualificata a quelle che sono le richieste del mercato e del mondo del lavoro: si percepisce in modo chiaro l’esigenza delle imprese di alimentare la creatività interna, di imparare a vedere i problemi e le opportunità da punti di vista nuovi e infine ma non ultimo di capire le potenzialità che le nuove tecnologie digitali possono rappresentare anche per prodotti e processi consolidati.
Con quali nuove competenze escono gli universitari che partecipano al progetto? E quale è il valore aggiunto di poterle condividere sulla piattaforma Bestr?
Il progetto contribuisce a far accrescere competenze trasversali quali team working, problem solving e creatività. Attraverso la piattaforma Bestr queste diventano riconoscibili e certificabili, due condizioni fondamentali per renderle spendibili nel proprio progetto di carriera.
Come vengono scelti i team degli studenti dalle imprese partecipanti?Quali competenze cercano gli imprenditori? Tecniche o trasversali, formali o informali, entrambe?
Le aziende hanno la facoltà di selezionare previamente i candidati tramite un’analisi dei curriculum vitae e di invitare ai colloqui solo le persone ritenute idonee. Sicuramente, in questo scenario, un background tecnico di base risulta fondamentale, ma un ruolo non meno importante è giocato dalle competenze trasversali o “soft skills”. Tra queste troviamo per esempio la leadership, l’efficacia relazionale, il teamwork, il problem solving, la flessibilità, tutte competenze ritenute centrali e che fanno la differenza nel processo di selezione.
In questo senso, gli Open Badge possono aiutare le imprese a trovare i collaboratori giusti per sviluppare il proprio business e far crescere le proprie aziende, perché permettono di certificare delle competenze e di contestualizzarle in base alle esperienze che hanno permesso la loro maturazione.
L’innovazione nei paesi più avanzati è fatta da pubblico e privato assieme. Pensiamo al caso Apple dove la maggior parte delle applicazioni innovative che hanno permesso allo smartphone di nascere nascono da ricerche e investimenti pubblici, principalmente militari. In Italia questo tandem funziona?
In Italia la sincronizzazione tra pubblico e privato non è ancora ben salda. Sicuramente le idee innovative ci sono ma, per raggiungere la massima innovazione dei privati, è fondamentale che lo Stato assuma un ruolo imprenditoriale nella Società. Negli Stati Uniti per esempio, il governo ha svolto un ruolo cardine nello sviluppo e nella commercializzazione di tutte le nuove tecnologie. Questo non vuol dire che il ruolo dell’impresa privata sia marginale nel processo di sviluppo economico e dell’innovazione, ma è fondamentale che al suo fianco ci sia uno Stato dinamico e che sappia rispondere alle frontiere del nuovo mercato.
Su Mimprendo
Mimprendo Italia rappresenta l’estensione nazionale di Mimprendo, un progetto nato a Padova nel 2009 su una intuizione del Collegio Universitario Don Nicola Mazza condivisa e sviluppata in stretta collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria Padova. Mimprendo collega le esigenze di sviluppo delle imprese con la creatività degli universitari, favorendo l’incontro tra i giovani e le imprese al fine di sviluppare concreti progetti innovativi aziendali.
L’edizione nazionale del progetto è oggi promossa dai Giovani Imprenditori di Confindustria e dalla Conferenza dei Collegi di Merito legalmente riconosciuti dal MIUR.