La formazione orientativa è il nostro mestiere

Synergie avvia con Bestr un progetto per valorizzare la padronanza delle strategie e degli strumenti per avere successo ad un colloquio di lavoro.
14 Settembre 2015

Quando si parla di mercato del lavoro si pensa sempre e solo a grandi questioni: la Fiat, i centomila posti in più o in meno, l’articolo 18, i sindacati e le trattative con il Governo.

Ma dietro ogni grande numero o decreto c’è una persona che sta cercando l’opportunità giusta per dimostrare le proprie capacità professionali e un imprenditore che sta cercando il collaboratore giusto per far crescere la propria azienda.

E’ questo il lavoro che ci interessa, quello oltre le ideologie, quello vero che tocca le persone e i loro concreti bisogni. Ed è quello che interessa Synergie, la multinazionale per il placement che da 40 anni si occupa di servizi per la gestione delle risorse umane. Synergie - che fa somministrazione, selezione, outsourcing e ricollocazione - sa che il successo di un incontro di lavoro, di un colloquio, di un nuovo percorso professionale è la continua formazione, il lifelong learning, e che per supportarlo servono percorsi di riqualificazione e orientamento che aiutino ogni lavoratore a tirare fuori le proprie e uniche competenze e capacità.

"Il lavoro è il nostro mestiere" è il motto di Synergie.

La formazione, insomma, è parte attiva della ricerca di lavoro ed è per questo che diventa strategico valorizzare questa fase: da oggi, con un progetto speciale in collaborazione con Bestr, sarà possibile farlo anche tramite gli Open Badge.

Ad ogni partecipante al corso di "Gestione efficace dell’intervista di selezione" erogato da Synergie, verrà infatti rilasciato un apposito Open Badge che dimostra le competenze acquisite - dalla capacità di comunicazione al pensiero critico e al problem-solving - e che può essere valorizzato nel mondo professionale tramite la piattaforma Bestr.

Ne parliamo con Adriana Lancella, Responsabile Nazionale Politiche Attive del Lavoro a Synergie Italia.

 

Dott.ssa Lancella, come è nato il vostro interesse per gli Open Badge e la collaborazione con Bestr?

Ho visto la presentazione del progetto presso la sede dell’Anvur a Roma, nell’ambito di un incontro dedicato all’analisi delle competenze generaliste correlate al voto di laurea e all’esito occupazionale di un gruppo di studenti universitari. I risultati dello studio evidenziavano in modo sorprendente il ruolo e l’efficacia della trasversalità nel determinare la scelta del candidato ideale da parte delle Imprese, indipendentemente e nonostante la valutazione accademica conseguita.

Mi ha colpito la capacità degli Open Badge di colmare questo disallineamento, in quanto strumento in grado di valorizzare e connettere esperienze formali e informali con le specifiche necessità espresse dal mercato del lavoro.

Qual è il valore aggiunto per chi partecipa al corso di "Gestione efficace dell’intervista di selezione" dato dal poter certificare e condividere le competenze apprese con gli Open Badge?

Chi ottiene l’Open Badge Synergie può condividere direttamente con le aziende o gli enti interessati gli apprendimenti acquisiti, i cui vantaggi sono riconoscibili e sostenuti dall’esperienza pluriennale che Synergie ha maturato nel settore dei servizi di intermediazione e del lavoro. Il corso utilizza la metodologia dell’apprendimento attivo propria del Role Playing formativo, una tecnica di simulazione che consente di imparare dall’esperienza diretta in un contesto “protetto” e guidato. Il discente impara a identificare quegli aspetti personali che maggiormente influenzano, positivamente o in maniera problematica, l´area lavorativa o scolastica, migliorandoli e favorendone la successiva comparsa in contesti reali.

Quali sono i principali ostacoli che si incontrano durante un colloquio di lavoro?

Il colloquio di lavoro impone al candidato di organizzare una presentazione di sé coerente, focalizzata e motivata, in un contesto temporale relativamente breve e stressante. Ritengo che la mancanza di consapevolezza e preparazione possano compromettere l’espressione efficace delle competenze possedute e potenziali, sia professionali che trasversali, vanificando così il buon esito o la prosecuzione dell’iter selettivo. 

E quali le principali competenze apprese durante il corso?

I partecipanti imparano ad interpretare e risolvere problemi aperti, come saper cogliere le relazioni tra la propria storia personale e le richieste del datore di lavoro, organizzare la narrazione sintetica e puntuale delle precedenti esperienze lavorative e/o di studio e gestire l’emotività in modo funzionale e coerente alla comunicazione verbale e non verbale. La restituzione guidata della simulazione, infine, aiuta a sviluppare la valutazione critica della performance e la rielaborazione della prestazione in un’ottica di miglioramento.

Esiste una strategia universale per avere successo o ciascuno deve costruire il proprio approccio?

Non esistono risposte “giuste” e nemmeno una ricetta valida per tutti, la strategia migliore è essere se stessi con intelligenza e determinazione, questo implica una profonda conoscenza di se’ e degli obiettivi che si vogliono raggiungere.  

Comunicazione verbale e non, pensiero critico, problem-solving, capacità di selezionare le informazioni rilevanti, autovalutazione delle performance: sono tutte skills trasversali che servono non solo per superare con successo un colloquio di lavoro ma si rivelano essenziali in tantissime altre fasi della vita professionale e non…

Le competenze trasversali influenzano significativamente la stabilità e la qualità delle relazioni, garantendone continuità e coerenza. Spesso le persone possiedono queste capacità senza saperlo, perché sviluppate in situazioni sociali o famigliari non (ancora) connesse ad un contesto professionale: per farle proprie e utilizzarle al meglio è necessario saperle riconoscere e verbalizzare. Il nostro corso, grazie all’Open Badge, agevola il processo di padronanza e comunicazione  efficace delle competenze trasversali.

Le politiche attive in Italia non sono mai state al centro dell’attenzione di società e istituzioni. Adesso, fra Jobs Act e alternanza scuola lavoro, stiamo prendendo consapevolezza che è proprio la formazione il primo passo per creare occupazione. Come affrontate questa nuova sfida?

Non credo che le politiche attive da sole, senza adeguate politiche di sviluppo economico,  creino   occupazione: ciò nonostante possono e devono favorire nelle persone, ad ogni età della vita, l’individuazione, l’accesso e l’utilizzo di strumenti di autodeterminazione coerenti con le richieste del mercato di riferimento, oltre che con le  proprie aspirazioni professionali.

E come dovrebbero affrontarla i giovani e meno giovani che vogliono crescere professionalmente o ricollocarsi?

Aderendo e sostenendo lo sviluppo e la condivisione di progetti di orientamento e formazione continua capaci di cogliere e rispondere contestualmente alle richieste  mutevoli e specifiche  espresse da  tutti i soggetti,  pubblici e privati, che compongono il mercato del lavoro e lo influenzano. Solo una formazione puntuale e aggiornata, non necessariamente acquisita in contesti formali e accademici, può agevolare davvero il rilancio personale e professionale delle persone.

Crede che per fare buone politiche attive sia essenziale puntare su innovazione e tecnologia? In che modo chi si occupa di questi temi - fra cui Bestr - potrebbe dare il proprio contributo?

Il mercato del lavoro cambia continuamente, generando nuove professionalità e competenze, per questo motivo ritengo fondamentale, per chi si occupa di politica attiva del lavoro, costruire e mantenere una rete di dialogo e collaborazione costante e aggiornata con Innovazione e Tecnologia, in tutti gli ambiti formativi e a tutti i livelli.