Cineca sottoscrive la Bologna Open Recognition Declaration

Un approfondimento col presidente, prof. Emilio Ferrari, e l'adesione dell'Università Milano Bicocca.
15 Novembre 2016

La formazione continua dei professionisti è una realtà condivisa e spesso normata in diversi ambiti, ma non rappresenta il quadro completo: negli ultimi anni si parla non solo di lifelong learning (apprendimento permanente) ma anche di lifewide learning: apprendimento in tutti i contesti, anche non formali ed informali. 

La legge italiana è molto chiara al riguardo: il DL 13/13 dichiara che

“La  Repubblica promuove l'apprendimento permanente quale diritto  della persona e assicura a tutti pari  opportunità di riconoscimento e valorizzazione delle competenze comunque acquisite in accordo con  le attitudini e le scelte individuali e in  una  prospettiva  personale, civica, sociale e occupazionale.”

La sfida diventa quindi rendere reale questo scenario, farlo diventare una realtà per tutti i cittadini – lifelong & lifewide learners, e per le imprese che di queste competenze hanno bisogno.

È in questo contesto che lo scorso 28 Ottobre a Bologna, alla chiusura dei lavori della conferenza internazionale ePic sulle tecnologie per l’educazione e la formazione, è stata presentata la “Bologna Open Recognition Declaration” (http://www.openrecognition.org ): una dichiarazione per l’apertura del processo di riconoscimento delle competenze, a cui anche Cineca - nella persona del suo presidente prof. Emilio Ferrari - ha dato la sua adesione.

Verso un riconoscimento aperto delle competenze

La “Bologna Open Recognition Declaration”, si presenta come erede di un percorso ideale che raccorda il Bologna Process con la dichiarazione di Cape Town per il libero accesso ai materiali di apprendimento e con il movimento Creative Commons, proponendo come prossimo passo la costruzione di un processo di riconoscimento delle competenze che sia il più possibile aperto, nel senso di open come open source

Nel mondo che i firmatari della BORD vogliono costruire, il cittadino non solo apprende in ogni contesto, ma può chiedere che gli vengano riconosciute queste competenze, in maniera rapida e verificabile, e le competenze così attestate possono essere usate nella ricerca di lavoro, così come nella ricerca di collaboratori e dipendenti. 

Per realizzare tutto questo non si può prescindere ad oggi dalla disponibilità di strumenti tecnologici che abilitino tali meccanismi, e che siano nativamente aperti tanto quanto il processo che vogliono innescare: 

serve un’architettura aperta a cui ogni attore possa aderire con il ruolo che gli compete, e che sia in grado di produrre attestazioni di competenze sicure e affidabili.

I primi elementi costruttivi individuati dalla community per realizzare questa architettura aperta per il riconoscimento delle competenze sono gli Open Badge: uno strumento aperto, generato in maniera distribuita, flessibile, verificabile.

BORD - Bologna Open Recognition Declaration

L'Università di Milano Bicocca aderisce alla BORD

Quello del “riconoscimento aperto” delle competenze è uno scenario completamente nuovo per le università - italiane e non -  ed apre la via a nuove possibilità, opportunità e attività, ma anche a interrogativi. L’Università di Milano Bicocca è stata la prima a raccogliere la sfida, sottoscrivendo la BORD:

«Il riconoscimento certificato delle competenze attraverso lo strumento degli Open Badge è una necessità non più rinviabile per favorire l’inserimento lavorativo, la mobilità e l’integrazione dei giovani in Europa e non solo.»

– così Paolo Cherubini, prorettore alla Didattica dell’università Bicocca, che ha proseguito –

«La dichiarazione di Bologna, che per primi in Italia abbiamo sottoscritto e di cui siamo convinti sostenitori, è un progetto ambizioso che caratterizzerà significativamente il futuro della formazione. Gli Open Badge permettono, infatti, di consolidare il percorso di valorizzazione dei curricula e di certificare le soft skill, accelerando in tal modo la diffusione dell’innovazione in ogni settore sociale e produttivo.»

All’estero ha firmato Selor, l’ente governativo belga che gestisce i processi di occupabilità, ma anche rappresentanti di università statunitensi europee ed australiane, di enti di formazione non formali e di aziende, pensatori e ricercatori attivi sui temi delle tecnologie per l’educazione. Sul sito http://www.openrecognition.org/ dopo il testo della dichiarazione sono visibili in tempo reale le firme.

Con il prof. Emilio Ferrari, presidente di Cineca, abbiamo approfondito il ruolo nella BORD del principale Consorzio universitario italiano.

Come si colloca Cineca nel sistema accademico, e perché Cineca ha sottoscritto la BORD? 

Fin dalla sua costituzione, alla fine degli anni ’60, il Cineca sostiene il sistema accademico nazionale. Il tema della formazione, dunque, è centrale nella nostra mission e perciò, oltre a produrre i sistemi che supportano la digitalizzazione dei processi degli Atenei, partecipiamo al contesto internazionale dell’education technology per conoscere i nuovi trend ed individuare opportunità che possano essere utili al sistema italiano.

L’importanza sempre crescente data dal mondo del lavoro e dalla legislazione all’apprendimento non formale ed informale ci impone di interrogarci sul ruolo che l’educazione formale può svolgere e sull’apporto che può dare in un contesto che sta mutando.

Per Cineca sottoscrivere la BORD significa continuare a investire nella ricerca di nuove frontiere tecnologiche a supporto dei processi didattici. L’obiettivo è di sostenere gli Atenei italiani in questo contesto, e abilitare tecnologicamente i ruoli che gli stessi Atenei riterranno opportuno rivestire, per costruire un nuovo ampliato processo di riconoscimento delle competenze, a vantaggio di tutti i cittadini e del tessuto formativo e produttivo del Paese.

BORD Badge

Concretamente, quale sarà il ruolo di Cineca in questo contesto?

Aprire il processo di riconoscimento di competenze non significa che si possa o si debba abdicare alla necessità di un meccanismo di controllo e di un peso ai riconoscimenti di diversa provenienza.

Per realizzare un sistema che sia aperto ma anche degno di fiducia è indispensabile una architettura tecnologica aperta e ben disegnata.  Cineca aderisce alla BORD nel suo ruolo di instrumentatore tecnologico del sistema universitario italiano: siamo al servizio delle università che vorranno mettersi in gioco per predisporre un’architettura che dia sostanza ai ruoli che gli Atenei sceglieranno di ricoprire.

Cineca è già attivo con la tecnologia degli Open Badge tramite il progetto Bestr, che di fatto si pone già in un contesto di riconoscimento aperto delle competenze. La costruzione di nuovi metodi per riconoscere comunicare condividere e valutare competenze non può che essere di ispirazione per la piattaforma ma soprattutto una risorsa per il mondo del lavoro e della formazione.

Cineca è un consorzio di università: quale ruolo possono avere gli Atenei in uno scenario di riconoscimento di competenze aperto e diffuso?

Attualmente le università costruiscono e validano competenze in maniera sinergica all’interno dei percorsi di studio formali di cui sono fautori. Aderire a un’apertura del processo di riconoscimento delle competenze può tradursi in diverse azioni, che ogni università potrà decidere di intraprendere in base a quel che più si avvicina alla propria struttura e identità. Ad esempio esplicitando e valorizzando le competenze costruite all’interno dei propri percorsi di studio, in modo da rendere più facile alle aziende individuarle, oppure valorizzando le competenze costruite in Ateneo ma al di fuori dei percorsi di studio (attività extracurriculari) o come “effetto collaterale” di determinati percorsi di studio. Ma ci sono anche altri contesti in cui gli Atenei possono essere parti attive del processo: traducendo i titoli di studio in Open Badge, per permettere anche alle credenziali più antiche e autorevoli di partecipare alla nuova architettura, o agendo come validatori di competenze acquisite fuori dai percorsi dell’Ateneo, o infine proponendosi come formatori e validatori di competenze più “micro” e puntuali rispetto a quelle tradizionalmente contemplate dai percorsi di studio.

Ovviamente, proprio per la natura aperta del sistema che si va a costruire, non esiste un insieme determinato e chiuso dei ruoli che un Ateneo può ricoprire: come Cineca stiamo provando a immaginarne alcuni, e vogliamo - come è nostra abitudine – avviare un percorso collaborativo con gli Atenei, che ci consenta di fare sistema e così contribuire a dare forma alle nuove modalità di interazione fra tutti gli attori per l'apprendimento costante di tutti i cittadini.