Open Badge e Università

In cerca di contaminazioni tra apprendimenti formali, non formali ed informali
19 Febbraio 2016

Gli Open Badge sono spesso definiti delle micro-credenziali digitali.

  • Digitali perchè sono dati contenuti in un file .png secondo uno standard aperto (open, come open source).
  • Credenziali, nel senso dell'inglese credentials - ovvero qualifiche tali da garantire fiducia - perchè ogni Badge rappresenta un attributo della persona che lo detiene (una cosa che sa fare, un'appartenenza, un obiettivo raggiunto) e tale attributo è dichiarato da un ente terzo, che rilascia il Badge e si fa così garante della qualifica.
  • Micro perchè l'agilità tipica del digitale e la sintesi incoraggiata da questa specifica forma orientano l'uso dei Badge verso l'attestazione di qualifiche "micro", ossia di granularità molto più fine rispetto a quel che viene abitualmente certificato dai titoli di studio. Gli Open Badge nascono proprio per rendere visibili quelle competenze che possono avere un'origine o un'attestazione esterna o non centrale al percorso di studio formale e quindi non essere valorizzate all'interno del titolo di studio.

In che modo possono queste micro-credenziali digitali interagire con il percorso di studi formale ed essere usate per portare nuovo valore al sistema universitario?

Valorizzare le attività extra-curriculari

Gli Atenei non si limitano ad offrire agli studenti i percorsi di studi che portano alla laurea: sono numerosissime le iniziative rivolte agli studenti a complemento dell'offerta didattica primaria: si tratta di esperienze magari più orientate al mondo del lavoro, a sviluppare competenze e capacità trasversali, o volte a stimolare la socialità ed il networking. Ovviamente il valore che gli studenti ottengono partecipando a queste iniziative è primariamente l'esperienza stessa: imparare, conoscere, mettersi alla prova.

Come far emergere il valore di questa esperienza anche agli occhi di un terzo, un potenziale datore di lavoro? L'Open Badge potrebbe essere una risposta.

Riconoscere in ingresso le attività svolte dagli studenti

L'Ateneo può decidere di valutare come credenziale aggiuntiva per l'ammissione a un dato corso o per il rilascio di crediti lo svolgimento di determinate attività, organizzate dall'Ateneo stesso o svolte esternamente (ad esempio un corso di inglese con esame finale rispondente a un certo livello).

La natura digitale del Badge ed il fatto che include meccanismi di verifica sia dell'identità del portatore che delle competenze attestate lo rendono un ottimo candidato per la completa dematerializzazione della ricezione e valutazione di questa sorta di titoli esterni. Questo scenario è ulteriormente facilitato, per le università italiane, dall'integrazione della piattaforma Bestr con il sistema di segreteria studenti ESSE3. 

Offrire ai potenziali studenti micro-attività di studio con relativi micro-titoli

Una possibile modalità per avvicinare gli studenti all'Ateneo consiste nel rendere disponibili - magari in modalità digitale - dei "campioni" di attività didattica, in modo che gli studenti possano sperimentare in prima persona, con una sorta di prova generale, quella che sarà l'attività prevalente nella loro vita universitaria.

Associare a queste attività un momento di verifica - eventualmente anch'esso digitale - ed il rilascio di un Open Badge permette di incrementarne il valore percepito da parte degli studenti, ed apre la strada ad un eventuale riconoscimento in termini di titoli di accesso o di crediti da parte dell'Ateneo stesso - o di Atenei e istituzioni partner.

...altre idee?

Queste ipotesi sono nate dal continuo confronto del team Bestr con Atenei e formatori, ma lo spazio per immaginare, costruire, smontare e ricostruire è ancora ampiamente aperto.

In quali altri modi gli Open Badge potrebbero essere utili alle Università?